Quinto e (si dice) ultimo festival di AMADEUS e della sua estensione ricca di simpatiche gag FIORELLO.
Dal 6 all’11 febbraio 2024 è andato in onda su RAI UNO il 74esimo festival della canzone italiana, detto anche il Festival di Sanremo.
Una settimana è volata via con poche polemiche, a parte una bella grossa su un certo attore americano dal cognome italiano che da giovane era figo e magro e bello e da vecchio gli improvvisano da fare il ballo del qua qua e lui ci rimane di merda tanto da vietare di ri-mandare in onda quella cagata di nuovo in TV.
Una gag di Fiorello talmente triste e brutta che ci son rimasto male anche io per lui ma poi ho pensato “Se mi davano 200.000 euro a me per stare 10 minuti su un palco e fuori dal teatro, io glielo twerkavo pure il ballo del qua qua e mi mettevo anche il becco da papero e il cappello”.
A parte il Travolta travolto dal qua qua gate le 30 canzoni dei cantanti in gara sono scivolate via come neve al sole, se vi dovessi dire chi preferivo o chi volevo che vincesse, non saprei che rispondervi, perché sono tutte orecchiabili e, secondo me, nessuno batte le altre.
Sono abbastanza trascurabili e a parte qualche eccezione che ci porterà all’estate 2024, pochissime dureranno più di un mese in radio oppure si, ma il sistema di ascolto ormai per me non ha più senso.
Insomma, io il vinile di qualcuno degli artisti in gara comunque non lo comprerei, piuttosto scarico qualche canzone su chiavetta e me le sento 10 giorni.
Ha vinto la pace, maggior argomento per i cantanti dopo che avevano cantato la loro canzone, qualche testo interessante c’è stato, vedi Dargen D’Amico, Ghali (anche se nei suoi anni di carriera parla solo e spesso di razzismo e basta), la Mannoia ( sulla donna e la sua bellezza), al secondo posto come argomento principe c’è sempre l’amore in ogni suo declinazione ma… con ritmo.
I cantanti in gara han deciso infatti quest’anno , di dire le stesse cose di sempre ma con ritmi ballabili, dancerecci e tunz tunz.
A parte qualcuno che rimane classico e infatti verrà scordato presto perché fuori tempo, nei festival di AMADEUS non c’è spazio per il classico, lui ha portato i giovani a vedere il festival e quindi chi vuole fare il classico vada al “Canta Napoli” o taccia per sempre o chiami Gigi D’Alessio.
Vige la regola dello stream, dello spotify selvaggio, dell’ascolto veloce della musica e pare che un certo Geolier, rapper da Napoli con la faccia un po’ anonima sia ascoltatissimo con stream di platino su platino e anche se nessuno al festival lo conosceva, al televoto Napoli lo ha portato per tre sere su quattro in testa alla classifica, anche se non si capiva una parola in tutto il testo in stretto dialetto partenopeo.
Anche qui un piccolo scandalo c’è stato, una piccola polemica sul televoto che spero in futuro possa essere rivisto perché ‘sto sistema di voto porta in alto chi ha più amici e non la vera qualità di un pezzo musicale.
Non ho niente contro Geolier ma se avesse vinto un testo interamente in napoletano, non avrebbe rispecchiato la volontà del resto del paese… anche se in democrazia si deve accettare il voto della gente comunque.
Però un miscuglio di voti da casa e giurie di giornalisti e radiofonici, alla fine hanno sciolto la polemica e il rapper napoletano si è piazzato secondo e comunque non aveva bisogno della vittoria nazional popolare, a lui bastava aver portato Napoli quasi a vincere al festival di Sanremo.
Voto all’ultimo festival di Amadeus e del fido Fiorello?
Diciamo 7, si accusava un po’ la stanchezza del quinto anno di seguito del presentatore… anche se l’idea di far presentare ai 15 che non cantavano i 15 che cantavano è stata una buona novità, da riproporre… è simpatica ‘sta cosa.
Ora basta, cambiamo un po’, l’anno prossimo pensate ad altre cose voi della RAI, soprattutto mai più 30 cantanti!
Finire ogni sera alle 2emezza di notte è distruttivo per l’anima umana!
La classifica alla fine ha incoronato la figlia di Pino Mango, uno che con la voce faceva armonie pazzesche e che è morto sul palco mentre faceva ciò che amava, ovvero cantare.
Al primo posto ANGELINA MANGO con “La noia”, una cumbia (?) scritta da MADAME che aveva ritmo ma che alla fin fine non era eccezionale, però lei è brava e ci sa fare e non è la classica figlia di papà raccomandata, saprà durare nel tempo ché è carina e spigliata a 22 anni, voto: 7.
Al secondo posto GEOLIER che ha portato “I p’ me tu p’ te” che già non so scrivere il titolo e che è cantata tutta in napoletano ed è molto street urban o quel cazzo che vuol dire, non mi è piaciuta ma a Napoli e dintorni piace e anche ai giovani, avrà il suo seguito ma se avesse vinto lui… mamma mia che casino sarebbe stato, voto: 5.
Al terzo posto ANNALISA, la bellissima Annalisa, con il look sexy che spacca, con autoreggenti in bella vista. Lei ha trovato la sua strada dance pop e non molla un cm. La sua “Sinceramente” all’estate ci arriva e pure all’inverno prossimo, una HIT che però non è bellissima come i suoi altri tormentoni, voto: 6,5.
Quarto e quinto rispettivamente GHALI (che si sente più italiano di certi italiani da mille generazioni e fa bene a crederci) e IRAMA che si mangia le parole, canta con un panino in bocca e non mi fa impazzire.
Nota di merito per Dargen D’amico con “Onda alta” che parla di bambini e barconi, di immigrazione e lo fa con un bella canzone ritmata con cassa tunz tunz e MR. RAIN che con “Due altalene” parla di perdita e lo fa con la gentilezza simile a quella dell’anno scorso, però lo fa da solo senza bambini al seguito… è cresciuto.
TOP tra i “co-co” come definiva AMDEUS i suoi amici venuti a fargli compagnia nelle 5 serate del festival, LORELLA CUCCARINI.
Una dea, che a quasi 60 anni, balla divinamente senza il minimo fiatone e rimane sempre bellissima.
W la Cuccarini, voto 10.
Per quest’anno è tutto, dal vostro inviato dal divano al Festival, una buona giornata e un buon anno con la musica.
Bye bye.
Ales.